Il "dollaro" del Medioevo

di Maria Serena Balestracci

Una piccola moneta tutta d’oro -  a 24 carati – dal peso di circa 3,5 grammi.  Firenze, nel 1252, crea una valuta destinata a dominare, incontrastata, su tutti i mercati del tempo per molti anni: il FIORINO.

La Firenze del XIII secolo è in piena crescita: siamo al tempo di Dante e Giotto e – nonostante le terribili lotte tra guelfi e ghibellini – la città è riuscita a trovare una maggioranza di governo stabile basata su una classe nuova e in ascesa, quella dei grandi mercanti del Popolo.  Non sono nobili ma sono molto ricchi e producono lavoro e ricchezza: commercianti e banchieri, piccoli e grandi artigiani; hanno accesso al potere attraverso le corporazioni di lavoratori cittadine, le ‘Arti’.

 

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In questo secolo nascono anche la maggior parte dei monumenti che ancora oggi i turisti vengono ad ammirare, frutto della crescente ricchezza: la nuova cattedrale di Santa Maria del Fiore, le grandi chiese di Santa Croce e Santa Maria Novella, i nuovi palazzi di governo come quelli del Capitano del Popolo (Bargello) e dei Priori (Palazzo Vecchio).

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La popolazione fiorentina aumenta così tanto nella seconda metà del XIII secolo, che sono necessarie nuove e assai più grandi mura cittadine: alla fine del 1200 si contano infatti più di 100.000 abitanti dentro alla città, un vero e proprio record per il Medioevo.

Una città così grande, con un’economia in continua espansione, necessita di una valuta forte e sicura con cui commerciare: il fiorino viene per la prima volta coniato nel 1252. E’ una piccola moneta d’oro a 24 carati, dal peso di circa 3,5 grammi. Sul davanti porta il giglio (iris), simbolo della città, sul retro l’immagine del santo più popolare a Firenze, il patrono: san Giovanni Battista.

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San Giovanni Battista, celebrato il 24 giugno, è ritratto non solo come protettore di Firenze, ma anche e soprattutto a ‘garanzia’ dell’autenticità della moneta. Del santo cugino di Gesù, i fiorentini apprezzano le doti di ‘moralizzatore’ e ‘predicatore’ contro chi si comporta in maniera scorretta.  Anche i falsari, dunque, devono stare attenti: “San Giovanni non vuole inganni”, recita un antico detto fiorentino ancora oggi popolarissimo. La punizione per i falsari era spesso la pena di morte.

Da quando il Fiorino entra in uso, si afferma subito sul mercato europeo, mediorientale e nordafricano, diventando così la moneta più usata del periodo, soprattutto per le grandi operazioni finanziarie.

Con il fiorino d’oro, infatti, non si andava a fare la spesa. Il suo valore potrebbe equivalere a circa 150 euro di oggi, quindi si usava solo per grandi acquisti e grandi prestiti. Lo sapete quanti fiorini d’oro, a metà del Trecento, prestano i banchieri fiorentini al re d’Inghilterra Edoardo III? Circa 600.000, che non saranno mai restituiti.

Per gli acquisti più modesti viene creato il fiorino d’argento (un ventesimo del fiorino d’oro), e il fiorino di rame (detto anche fiorino nero). Per fare un fiorino d’oro, nel Trecento, ci vogliono circa 240 fiorini di rame. Con questo si poteva fare la spesa!

Per vedere ancora oggi dove nasceva fisicamente il fiorino, andate sul Lungarno della Zecca Vecchia, tra l’Arno e piazza Piave: davanti a voi – e in mezzo al traffico dei viali – noterete, solitaria, una torre antica. È la torre della Zecca (il luogo dove si coniavano le monete), che sorge vicino al fiume proprio perché era la forza dell’acqua ad azionare i meccanismi dei macchinari che fabbricavano le monete.

Il successo del fiorino è incontrastato nei secoli XIII e XIV, ma anche nel Quattrocento era molto usato, specialmente dalle nostre parti. Immaginatevi quindi Dante, Giotto, ma anche Botticelli, Michelangelo e Leonardo pagare ed essere pagati in fiorini. Si parla ancora di fiorini al tempo dei primi Medici, mentre è con la fine della Repubblica fiorentina, e l’inizio del Ducato dei Medici a metà Cinquecento, che la moneta perde importanza.

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 Anche nel divertentissimo film ‘Non ci resta che piangere’ (1984),  diretto e interpretato da Roberto Benigni e Massimo Troisi, si parla del ‘fiorino’. La storia è infatti ambientata in un villaggio toscano, nel 1492, dove i due protagonisti si trovano – loro malgrado - dopo un viaggio nel tempo.  Una delle scene più memorabili, che ha fatto sorridere generazioni di italiani, è proprio quella in cui si parla del mitico… Fiorino https://www.youtube.com/watch?v=G2DMxu6aA8Q