Pinocchio in casa sua: i luoghi di Pinocchio a Firenze, Sesto Fiorentino e dintorni

PINOCCHIO IN CASA SUA: LE AVVENTURE DI PINOCCHIO TRA SESTO FIORENTINO E FIRENZE

di Francesca Buonfiglio 

L’autore del libro "Pinocchio in casa sua", Nicola Rilli, era un appassionato studioso di etnologia e di archeologia. Si trasferì a Firenze dove lavorò a “La Nazione” come correttore di bozze. Successivamente il Marchese Gerini lo ospitò con la famiglia nella sua villa di Colonnata e in questo periodo Rilli pubblicò “Pinocchio in casa sua”.

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Il libro fu stampato per la prima volta nel 1976 e rende omaggio ai luoghi ed ai personaggi che hanno ispirato a Carlo Lorenzini (Carlo Collodi) il suo famosissimo racconto. Rilli è un ricercatore attento e paziente che ha cercato le tracce del mondo collodiano non solo nella cronaca di cento anni fa ma anche nella topografia della campagna fiorentina.

La sua è un’esplorazione intelligente e precisa dei tempi e dei luoghi nei quali Collodi scrisse e Pinocchio nacque. Certo egli non ebbe mai la presunzione né tantomeno la certezza che i riferimenti contenuti in “Pinocchio in casa sua” fossero veritieri e dimostrabili. Via via che lo leggiamo siamo però conquistati dalle ricerche e addirittura dalle rivelazioni.

Negli anni le verità degli studiosi circa i personaggi e i luoghi della fiaba si sono moltiplicate e sovrapposte; ma ciò non è molto importante quanto invece riconoscere che in queste zone è nata un’opera letteraria di assoluto primo piano nel mondo.

Nel libro di Rilli ci sono proprio tutti: la Fata, il Gatto e la Volpe, Mangiafuoco, il Paese dei Balocchi, l’Osteria del Gambero Rosso ed il pescecane, che l’autore riconosce nei volti, negli edifici e nelle strade di Sesto Fiorentino che ha ospitato Lorenzini nel suo periodo di massima creatività artistica.

Sulle tracce di Pinocchio   

La collaborazione tra il Comune di Sesto Fiorentino e quello di Firenze ha prodotto un viaggio in 12 tappe alla scoperta dei luoghi di ispirazione del capolavoro di Collodi.

Si tratta di un percorso segnaletico che si snoda attraverso dodici possibili luoghi tra Castello, Peretola e Sesto Fiorentino. Ogni luogo è identificato da un cartello che riporta una citazione dell’opera. Il percorso prevede tre itinerari ed ognuno è percorribile a piedi mentre il collegamento tra un itinerario e l’altro può essere fatto con l’autobus o in treno.

I route: CASTELLO

I luoghi: “Il laboratorio di Mastro Ciliegia”, “La Grande Quercia”, “La strada principale”, “La scuola”

II route: PERETOLA e OSMANNORO

I luoghi: “Il mare”, “Il teatro di Mangiafuoco”, “L’incontro con il Gatto e la Volpe”, “L’isola delle api industiose”

III route: SESTO FIORENTINO

I luoghi: “Il Paese dei Balocchi”, “Il teatro del Ciuchino Pinocchio”, “la Locanda del Gambero Rosso”, “il Campo dei Miracoli”

Il progetto “Sulle tracce di Pinocchio” risponde indubbiamente al desiderio degli abitanti del territorio cui fa riferimento di non dimenticare anzi di sviluppare un sentimento di appartenenza di una comunità all’opera ed all’ingegno di Carlo Collodi, autore del libro non religioso più letto al mondo. Naturalmente l’opera di Rilli ha fatto da guida lungo l’itinerario proposto. Si ricorda che oltre alla cartellonistica, una lapide è stata apposta di fronte a Villa “Il bel Riposo” dove Collodi soggiornava ospite del fratello Paolo, direttore dell’Antica Manifattura Ginori di Doccia.

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I luoghi di Pinocchio a Sesto Fiorentino

La città si estende dalle pendici di monte Morello alla piana. Sorge su insediamenti preistorici ed etruschi, di cui le tombe della Mula e della Montagnola sono una diretta testimonianza. Prende nome dal sesto miglio di Firenze lungo l’antichissima via Cassia. Questa stessa origine denomina anche le località di Terzolle, Quarto, Quinto e Settimello. Nel periodo rinascimentale, Sesto andò progressivamente sviluppandosi in seguito ad un’opera di bonifica del territorio, degli stagni e delle paludi. Molti possessi e dimore acquistati da nobili e ricchi mercanti vennero trasformati in ville con parchi e giardini.

IL PAESE DEI BALOCCHI

Ci troviamo nella piazza Vittorio Veneto, la piazza del Comune di Sesto Fiorentino. Fino ai primi del Novecento si teneva in questa piazza la fiera annuale di fine agosto e durava una settimana. Vi si arrivava da Firenze, passando per Castello, su una “corriera” trainata da cavalli o da ciuchi che facevano servizio di trasporto pubblico.

IL TEATRO DEL CIUCHINO PINOCCHIO

In piazza Ginori sorgeva il teatro Niccolini dove si tenevano spettacoli di prosa, concerti vocali e strumentali ma anche destinato a teatro delle meraviglie. Lo spettacolo del ciuchino Pinocchio sembra proprio un esempio di teatro delle meraviglie.

L’OSTERIA DEL GAMBERO ROSSO

Nella zona di Colonnata all’angolo con via delle Porcellane, fino alla seconda metà del Novecento si trovava “L’Osteria Mangia e Bei”. Ai lati dell’ingresso erano esposti due vasi pieni gamberi di acqua dolce, specialità della casa. Davanti troviamo l’entrata secondaria dell’Antica Manifattura di Doccia” da cui uscivano gli operai che spesso si fermavano all’osteria.

IL CAMPO DEI MIRACOLI

In viale XX settembre sempre nella zona di Colonnata troviamo il cancello di villa Gerini il cui giardino comprende un laghetto, vasche e esemplari di piante di alto fusto.

Ancora oggi a Sesto si racconta la storia di un contadino che si guadagnò la fama di poco furbo. Un giorno il contadino trovò proprio nel podere di villa Gerini un sacchetto di monete d’oro e senza pensarci due volte corse a portarle al padrone. Il fatto fece molto chiasso, il tesoro si ingrossò da divenire colossale…come se qualcuno li avesse seminati e nella notte si fossero moltiplicati. Siccome la gente cattiva rimproverava il contadino di aver dato tutto al padrone, per non passare da sciocco l’uomo rispondeva “il tesoro…il tesoro…sono tutte storie inventate dalla gente!”

I luoghi di Pinocchio a Firenze

LA CITTÀ DI ACCHIAPPACITRULLI

Firenze, nell’immaginario di Collodi, corrisponde alla Città di Acchiappacitrulli. È l’unica città degna di questo nome che troviamo nella storia. Era munita di mura ed è uno dei punti estremi del territorio in cui si svolgono le avventure di Pinocchio. Nel libro di Collodi, Firenze viene presentata come una città degradata, sporca, con folle di accattoni e poveracci, che l’autore paragona ad animali affamati e malridotti. Erano infatti gli anni successivi all’istituzione di Firenze capitale d’Italia (1865-1871) e questa condizione aveva portato alla città tanti debiti e povertà.

IL TEATRO DEI BURATTINI

Si pensa possa corrispondere alla zona di Peretola (dove attualmente c’è l’aeroporto) oppure al Teatro Verdi a Firenze. Qui, Mangiafuoco (il Gran Duca di Toscana) faceva esibire i suoi burattini

 

Il Burattino 

Pinocchio viene tirato fuori da un pezzo di legno di pino dal falegname Geppetto e rivestito con carta colorata ed un berrettuccio di mollica di pane.

È bugiardo, fanfarone, ingrato, pigro, pronto a pentirsi ed a ricominciare, incallito nell’errore e nel piagnisteo. Sulla sua strada c’è qualche avventura che lo fa deviare dalla giusta via, al contrario di un vero eroe che avrebbe rispettato le promesse fatte e la parola data.

La bugia è alla base del romanzo. Tutti mentono, tutti sono diversi da quello che dicono di essere.

Pinocchio dice tante bugie, prima di tutto le dice a se stesso e poi agli altri.

Nel capitolo XVII la Fata gli dice: “Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito, perché ve ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte e le bugie che hanno il naso lungo: la tua per l’appunto è di quelle che hanno il naso lungo”. Le bugie di Pinocchio sono quelle che hanno il naso lungo, cioè le bugie, prima o poi, sono smascherate.

Pinocchio è come uno di noi. Ciascuno può trovare sulla propria strada persone che ci aiutano a crescere, ci fanno maturare, ci vogliono bene ed altre che apparentemente vogliono il nostro bene ma poi effettivamente non lo fanno.

Pinocchio con le sue bugie, la sua insofferenza verso le prediche, desideroso di scoprire il mondo da solo richiama ad una condizione umana abbastanza comune: il viaggio che ciascuno compie alla ricerca di se stesso, alla scoperta del mondo imparando a proprie spese dopo errori ripetuti.

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Altri itinerari https://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/arte_e_cultura/2011/2-maggio-2011/nei-luoghi-che-ispirano-collodi-meta-strada-sesto-campi-190556221263.shtml

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